mercoledì 9 novembre 2011

Sentire, ascoltare /11

Metropolitana. Nevrosi.
 
Non passa giorno senza che qualcuno litighi con uno sconosciuto in metropolitana. Sono litigi al limite del civile. Mi pesti un piede ti guardo male. Mi urti, ti urto. Non mi fai passare, ti spingo. 
La sensazione è che non si abbia nulla da spartire con nessuno; se non la condizione di disagio e di fastidio. Esiste, però, una comunanza, schiava di nevrosi tutte meneghine, che potrebbe avere conseguenze sociali utili.
I pendolari, quantomeno i nevrotici, infatti, si distribuiscono lungo la banchina secondo la logica di vicinanza all'uscita della stazione di arrivo. Il motivo è fare prima, camminare meno nel momento d'ingorgo. La distribuzione dei viaggiatori, secondo tale logica, si è meglio esplicitata da quando sono state inaugurate le metropolitane senza divisione tra vagoni. I pendolari entrano e si dirigono in quella zona del treno che corrisponde all'uscita più vicina della destinazione di ciascuno.
Si assiste a vere e proprie migrazioni interne suburbane.
Dunque succede che, a stessi orari, ci si trova fianco a fianco con cittadini del proprio quartiere. Uomini e donne con cui si condividono, a pensarci bene, panorama urbanistico e sociale, probabilmente status e stile di vita.
Se quest'intuizione fosse vera allora attenzione ad avere tutti in odio. Si sa, dimmi con chi vai e ti dirò chi sei e chi va con lo zoppo impara a zoppicare.
 
 

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