martedì 30 settembre 2014

Sentire, ascoltare /125

Auto da fé, Elias Canetti, 1935

«Una volta finito ricominciava da capo. Ripeteva le stesse cose dozzine di volte ogni giorno. Lui ormai conosceva a memoria il suo discorso, parola per parola. A seconda delle pause che lei faceva tra una frase e l'altra avrebbe potuto dire in anticipo se sarebbe stata preferita questa o quella variante. La sua litania gli cacciava dalla testa ogni altro pensiero. Le orecchie, che al principio aveva cercato di spingere a compiere movimenti di difesa, s'abituarono ad eseguire a tempo una successione di vani sussulti. Fiacco e spossato com'era, non riusciva a sollevare le dita fino all'orecchio che avrebbero dovuto tappare. Una notte gli crebbero improvvisamente sulle orecchie un paio di palpebre che poteva aprire e chiudere a piacere, come quelle degli occhi. Le provò cento volte e rise. Funzionavano alla perfezione, l'isolavano acusticamente, crescevano al momento opportuno ed erano subito complete».

giovedì 25 settembre 2014

Sentire, ascoltare /124

Possedeva una piccola casa bianca alla fine del mondo. L'indirizzo preciso era: A2, seconda traversa, prima colonna. A oriente correva una schiera di case gemelle e sul versante opposto non c'era nulla che potesse essere compreso; la porta sul retro dava su di una circolare torre nera, mentre l'affaccio frontale era immerso in un gioco di case e figure speculari, bianche e nere. Fu mangiato da un cavallo.

lunedì 22 settembre 2014

lunedì 15 settembre 2014

Sentire, ascoltare /123

Le cose giacevano in casa senza che ci fosse attinenza tra oggetti e rispettivi luoghi di deposito: il martello pesava, in cucina, sulla mensola delle spezie, sotto una risma di fogli A4 appena iniziata; i barattoli per far conserva, opacizzati dalla polvere, erano addossati a vecchi volumi enciclopedici sulla prima mensola di una scaffalatura da camera; la spazzola a denti stretti era rivolta verso il soffitto, in salotto, sopra il lettore DVD, a sua volta appoggiato ad una grande scatola di cartone contenente cartoline, carte da gioco Modiano e fotografie; l'inchiostro delle biro, tenute assieme da un logoro elastico giallo, seccava in un piccolo portafiori in ceramica; l'inventario degli oggetti di casa era appeso, mediante spago, ai ganci dell'appendino, sulla parete vicino alla soglia d'ingresso. Al suo interno, pagine a quadretti piccoli, erano registrate tutte le cose che stavano in casa, con indicato per ogni cosa il rispettivo luogo di deposito alla mezzanotte di ciascun giorno vissuto, in quella casa, dall'uomo che continuava ad abitarla. Mi disse fosse il romanzo della sua vita privata.