martedì 30 settembre 2014

Sentire, ascoltare /125

Auto da fé, Elias Canetti, 1935

«Una volta finito ricominciava da capo. Ripeteva le stesse cose dozzine di volte ogni giorno. Lui ormai conosceva a memoria il suo discorso, parola per parola. A seconda delle pause che lei faceva tra una frase e l'altra avrebbe potuto dire in anticipo se sarebbe stata preferita questa o quella variante. La sua litania gli cacciava dalla testa ogni altro pensiero. Le orecchie, che al principio aveva cercato di spingere a compiere movimenti di difesa, s'abituarono ad eseguire a tempo una successione di vani sussulti. Fiacco e spossato com'era, non riusciva a sollevare le dita fino all'orecchio che avrebbero dovuto tappare. Una notte gli crebbero improvvisamente sulle orecchie un paio di palpebre che poteva aprire e chiudere a piacere, come quelle degli occhi. Le provò cento volte e rise. Funzionavano alla perfezione, l'isolavano acusticamente, crescevano al momento opportuno ed erano subito complete».

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