lunedì 1 giugno 2020

Un uomo che dorme e Le cose

Gli ultimi libri che ho letto sono «Un uomo che dorme» e «Le cose» di Georges Perec.

L'autore è uno di quelli per cui, a suo tempo, presi una cotta: un uomo capace di scrivere un intero romanzo senza una vocale («La scomparsa»), un lungo racconto palindromo («9691»), un folle - serio e ironico - saggio per convincere la Francia ad abbandonare gli scacchi in favore del gioco del go («Breve trattato sulla sottile arte del go»).

Il romanzo più noto di Perec è «La vita, istruzioni per l'uso» (meraviglia!) ma qui voglio dedicare una breve riflessione a «Le cose» - romanzo d'esordio - e a «Un uomo che dorme» - suo secondo (o terzo) romanzo -, che al primo fa da controcanto.

«Un uomo che dorme» racconta la storia di un anonimo studente che si educa all'indifferenza verso tutto; mentre «Le cose» narra la vicenda d'una giovane coppia che vive la passione per tutto ciò che il denaro permette d'avere.

Mi sono tornati in visita, l'uno e l'altro, durante la quarantena, quando le due pulsioni - l'indifferenza per tutto e il desiderio per ogni cosa - si sono come fuse assieme (e sarebbe bello esplorarne la nuova materia).

Due estratti.

«Cominciavano ormai a sentirsi trascinati lungo un cammino di cui non conoscevano né le svolte né la meta. A volte avevano paura. Ma, più spesso, erano solo impazienti: si sentivano pronti, erano disponibili: aspettavano di vivere, aspettavano il denaro». «Le cose».

«Qualche volta resti tre, quattro o anche cinque giorni in stanza, non sai. Dormi quasi ininterrottamente, ti lavi i calzini, le tue due camicie. Rileggi un romanzo poliziesco che hai già letto venti volte, e dimenticato venti volte. Fai le parole crociate su un vecchio "le Monde" che non ti decidi a buttar via. Disponi sulla panca quattro file da tredici carte, tiri via gli assi, metti il sette di cuori dopo il sei di cuori, l'otto di fiori dopo il sette di fiori, il due di picche al suo posto, il re di picche dopo la dama di picche, il jack di cuori dopo il dieci di cuori.

Mangi marmellata spalmata sul pane finché hai del pane, poi sui biscotti, se ne hai, poi direttamente dal barattolo col cucchiaino.

[...] L'indifferenza non ha inizio né fine: è uno stato immutabile, un peso, un'inerzia che nulla potrebbe far vacillare». «Un uomo che dorme».


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