domenica 14 ottobre 2012

Sentire, ascoltare /61

La città, di questi tempi, nonostante lo skyline, le giornate senza auto, il festival che si terrà tra alcuni mesi, le agevolazioni, le pubblicità di sconto, il concorso, le start up, l'orto pubblico, i divieti per un vivere più civile, il nobel, i vernissage, l'aperitivo, il campionato di calcio, i corsi di pilates, Marte, i quotidiani, il cinema, i social, il couchsurfing, le elezioni, gli scandali, instangram, il 99%, le rivoluzioni, i tecnici, i supermercati 24su24, i cinesi, le coppie, la mostra temporanea, le bici, gli ottuagenari, l'autunno, le alluvioni, le emergenze, la solidarietà, gli sms per le donazioni, le statistiche, il multietnico, il bosone e le diete Dukan.

Nonostante tutto, di questi tempi - forse è complice il cielo -, le città sono sciupate, un poco avvilite, tormentate dai pensieri; somigliano a se stesse così come sono immortalate nelle foto che i cittadini scattarono loro trentanni fa, quando erano più vecchie. Perché le città, in linea di massima, non sono come gli uomini, che invecchiano col tempo; loro, col tempo, diventano giovani. 

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