Quando piove in città, subisso e profluvio, ci si perde nelle proprie malinconie. Gli ombrelli balzellano obliqui e non un volto di passante si scorge di sbieco. Tutto è così inclinato nella marcia stretta dei viandanti, corpi senza teste, parapioggia con le gambe, e tanto veementi sono le vene d'acqua sull'asfalto, che pare ci si trovi in perenne salita, senza il conforto di un saluto alpino.
Invece delle prime piogge in Giappone, ricordo una miriade di ombrelli trasparenti (li si acquista ad ogni angolo di strada). Dall'alto sembra come un'invasione di meduse...
RispondiEliminabello, è il potere degli oggetti...
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