«Poveretti! E che inquietudine perenne che è in loro, che malata, angosciata, perenne mobilità! Van tutti in giro con le loro guide in mano e in ogni città si precipitano avidamente a vedere le cose notevoli, proprio come se lo facessero per un senso del dovere […]: non si lasciano scappare un solo palazzo a tre finestre, se appena lo menziona la guida, non una sola casa del borgomastro, sorprendentemente simile alla più normale casa moscovita […]. Questa non è la curiosità spavalda e veramente meccanica dei turisti e delle turiste inglesi, che guardano di più la loro guida che le rarità, senz'aspettarsi nulla né di nuovo, né di stupefacente, ma vogliono semplicemente verificare se proprio così è indicato sulla guida […]. No la nostra curiosità è un qualcosa di selvatico, di nervoso, di violentemente avido, e in anticipo convinta che nulla mai accadrà, nulla, questo, s'intende, fino alla prima mosca […] diventiamo subito straordinariamente simili a quei piccoli cagnetti infelici che corrono, dopo aver smarrito il loro padrone».
Fëdor Dostoevskij, "Note invernali su impressioni estive", 1863.
Mi pare di aver colto d'improvviso l'origine dei nostri mali.
Nessun commento:
Posta un commento