martedì 14 settembre 2021

Fiabe

L'ultimo libro che ho letto è "Fiabe" dei fratelli Grimm o meglio la traduzione integrale dei primi due volumi: duecentodieci fiabe, ma anche favole, racconti fantastici e leggende.

La lettura filata di tale antologia risulta come una specie di cura Ludovico del Popolare (tedesco, europeo, universale, con motivi che ricorrono nello spazio o nel tempo); e per non finire dritto dritto in terapia, ne scrivo.

C'è sempre un bosco nelle fiabe dei fratelli Grimm, e nel fitto del bosco c'è sempre una casa sulla cui soglia non manca mai qualcosa o qualcuno che appare per quel che non è: una vecchina che però è una strega, un uccello che però è una principessa, un uomo che però è il diavolo. 

(La nostra civiltà è ancora al limine di questo bosco, e vale la pena prenderne atto)

Il diavolo è creatura di parola, non di rado si fa gabbare, ha una nonnina che gli spiccia casa e chi lo incontra ne trae spesso vantaggio. 

Ci sono moltissimi sarti (diavoli veri), giganti, pollicini (circa una decina) e una miriade di omini ovvero autorità morali che danno del bene a chi lo fa e del male a chi è avaro, ingordo o cattivo. 

Il mondo poi è pieno di figli partiti per il mondo, e quante figlie di re da prendere in sposa! 

Se ci sono tre fratelli, uno è più scemo degli altri ma avrà più fortuna di tutti; se ce ne sono due, il buono sarà ricco e il cattivo morirà. 

Si muore spesso e di morte violenta. 

Ed è pieno di animali: alcuni hanno il dono della parola: c'è chi parla solo coi propri simili e chi anche con l'uomo: a volte occorre un potere speciale mentre in altre circostanze accade come se nulla fosse. 

Ci sono persino animali d'oro, presi in premio da uomini che se lo sono meritato.

Poi incantesimi e sortilegi e droghe sciolte nel bicchiere. 

Una bisaccia può contenere una tavola apparecchiata d'ogni bendidio, uno zainetto nasconde mille soldati, un cappello ti porta ovunque tu voglia andare... e questo e altro c'era una volta ma per un po' non ne voglio più sapere.


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