lunedì 19 ottobre 2020

Romanzi medievali d'amore e d'avventura

L'ultimo libro che ho letto è «Romanzi medievali d'amore e d'avventura».

Una raccolta di poemi della prima letteratura francese, scritti tra XII e XIII secolo da Benoît de Sainte-More, Chrétien de Troyes, Beroldo, Maria di Francia ed altri.

Domina la materia di Bretagna o ciclo arturiano e ci si trova la leggenda dei cavalieri della Tavola Rotonda (spesso alla ricerca del Santo Graal detto anche Sacro Vasello).

Protagonisti sono Galvano, Perceval (scemo ma predestinato, quindi fortissimo), Boorte (ultimo a perire), Lancillotto del Lago (la cui storia è qui narrata per la prima volta) e suo figlio Galaad, cavaliere destinato a estrarre la spada dalla roccia (e non è Excalibur, già cavata da Re Artù; e ce ne sono altre).

Ad ogni uomo una e infinite avventure: che capitano, e che però vale la pena far capitare, perché in esse il cavaliere si misura, e ciascuna vittoria «rappresenta una prova morale di se stesso» (Leo Spitzer). 

Detto altrimenti: una storia di pazzi a cavallo, che uccidono e si pentono ad ogni punto e virgola, in un contesto fantastico miracoloso dove tutto pare già scritto a patto che lo si scriva.


«"Sire, laggiù ai piedi del vostro palazzo vi è un pietrone grande che ho visto navigare sopra l'acqua. Venitelo a vedere, perché io ben so che si tratta di un'avventura molto meravigliosa". Ed il re discende immantinente e così fanno tutti gli altri. E quando son giunti alla riva, trovano il pietrone che era uscito dall'acqua e che era di marmo vermiglio; e nel pietrone vi era conficcata una spada, che molto era bella e ricca a vedersi; ed era l'impugnatura di una pietra preziosa lavorata a lettere d'oro molto abilmente. E i baroni guardano le lettere che dicevano: NIUNO MI TIRERÀ FUORI DI QUI SE NON COLUI AL CUI FIANCO IO DEBBO PENDERE, E COSTUI SARÀ IL MIGLIOR CAVALIERE DEL MONDO».

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