I giorni di riposo asciugano la città: serrande calate, insegne spente, tende da sole annodate, sedie e tavolini impilati oltre le grate delle saracinesche, menù e sagome di pizzaioli riposti dietro lisci banconi da bar.
Sulla strada, come nei letti dei fiumi d'estate, riappare quel senso di malinconia urbana che la piena delle attività -del fare- colma e spazza via nei giorni di lavoro; dalle finestre, a sbirciar fuori, lo spazio respinge gli sguardi e rifiata da ogni fatica.
In poche ore di assenza di attività, l'appartenenza alla città si scioglie nei tombini, si disfa nell'aria, attraverso i comignoli: senza acquisti, pubblicità, marketing, vetrine e luminarie ciascun uomo abbandona il proprio ruolo sociale e se ne sta in disparte.
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